Il riassunto di un anno di clown terapia si racchiude tutto in un piccolo, singolo e tenerissimo aneddoto vissuto la prima volta in corsia. È un ricordo vivido dentro di me, lo porto ovunque vado e lo rivivo ogni volta che ci ritorno.
Ogni volta che mi sento giù, ripenso a quel momento e rispecchia in tutto il significato e l’essenza di cos’è la clownterapia. Le gambe tremavano, non sapevi cosa aspettarti, paura di sbagliare, paura di non essere all’altezza. Entri silenzioso, ti guardi intorno, osservi e ascolti.
Da una stanza, strilli, strilli di una bimba, forse stanca, forse fa i capricci , forse non ci vuole stare lì. Mi scorge passare e con un semplice gesto, smette e mi sorride. Entriamo, uno scricciolo, capelli biondi, occhi azzurrissimi, cerotti, segni di flebo passate, ma inizia a sorridere. Ecco, ho pensato, ho capito, è quello il sorriso di cui avevo bisogno, di cui tutti abbiamo bisogno. D’improvviso tutte le paure si sono volatilizzate.
Donarsi senza aspettative è la parola segreta, in un modo o in altro, quando meno te lo aspetti, tutto ritorna. Sorridi, sorridete, sorridiamo.